Esordiamo con le recensioni di “Jerome” raccontando di “Madama Matrioska”, il primo libro di Anja Boato scritto per Accento Edizioni, la neonata casa editrice fondata da Alessandro Cattelan.
Ho comprato questo libro nella meravigliosa Libreria Hoepli di Milano, spinta dalla curiosità per questa casa editrice giovane, la quale si propone di dare voce agli esordienti, alla letteratura dimenticata e alla saggistica pop.
E pop sono anche le copertine di Accento, le quali riscuotono molto successo ovunque tranne che presso la sottoscritta.
Infatti, secondo me, le copertine dei libri di Accento sono singolarmente brutte.
Sarà che a me piacciono le copertine scarne- per non dire austere- (vedi alla voce Adelphi, Sellerio), sarà che mi disturbano i colori forti, le foto grandi e volutamente provocatorie , insomma, quattro libri sui sei che sono stati pubblicati finora da Accento per me hanno una copertina brutta.
Fa eccezione il nostro “Madama Matrioska”: copertina di un rosa squillante, in primo piano la bambola russa del titolo- io, che sono una lettrice semplice, e, sì, scelgo i libri dalla copertina, ho pensato:
Questo libro mi incuriosisce. Ha una bella copertina.
E, infatti, l’ho finalmente comprato, e l’ho finalmente letto, e posso finalmente dire:
“Madama Matrioska” è un buon libro.
“Madama Matrioska” racchiude una serie di racconti interconnessi, che si incastrano nella struttura narrativa “a matrioska” (da qui, il titolo), per la quale i personaggi secondari di un capitolo diventano i protagonisti del capitolo successivo.
Incontriamo, dunque, Salvo e Tommy, due uomini che “hanno messo la testa a posto”, e “certe cose non le fanno più”, eppure si ritrovano alle prese col cadavere del Marione sin dalla prima pagina del libro.
Il Marione, che nel capitolo successivo si racconta in prima persona, racconta della sua vita infelice, scandita solo dal suo lavoro e dagli episodi di “Baraonda” visti alla TV al mattino, con la conduttrice, la Cecilia, che ha improvvisamente cambiato il colore dei capelli.
La Cecilia, protagonista del capitolo successivo, che vuole ricominciare da capo la sua vita infelice, e per farlo si è appena tinta i capelli di nero, abbandona il marito, azzera tutti i contatori attivi sul suo cellulare: il numero dei giorni che è stata bionda, il numero dei giorni che ha condotto “Baraonda”, il numero dei giorni che ha seguito la sua dieta iperproteica…
E così via.
Le storie di “Madama Matrioska” si inanellano pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo, personaggio dopo personaggio, in una catena di vite infelici, vite difficili, vite alla ricerca, un coro di uomini e donne che si raccontano a ritroso, attraverso uno schema narrativo che ricorda “Memento”, il film di Christopher Nolan che comincia dalla fine e finisce all’inizio.
In “Madama Matrioska”, la fine si congiunge all’inizio, per cui ritroviamo Salvo e Tommy, nelle ultime pagine del libro, là dove li avevamo lasciati, pronti a girarsi e tornare indietro, con la promessa della speranza.
“Madama Matrioska” è un buon esordio: un libretto agile che mantiene un ritmo sostenuto e il giusto equilibrio narrativo che ti invoglia a girare la pagina. La lettura è sì leggera, ma non banale, né didascalica, né tantomeno pretenziosa, che è poi il rischio principale in cui possono incorrere le opere con una struttura narrativa ambiziosa.
Dicevo più su che la copertina di “Madama Matrioska” mi ha colpito sin dall’inizio. Adesso che ne ho terminato la lettura, la copertina mi colpisce maggiormente.
Il contrasto tra il rosa sgargiante della copertina e il grigiore della solitudine delle storie racchiuse è netto. In qualche modo è lo stesso contrasto che esiste tra le nostre storie Instagram, così sgargianti, così curate, così deformate, e l’individualismo, l’ansia e-talvolta- la disperazione nascosta delle nostre vite reali.
Mi domando se questo contrasto tra apparenza (la copertina) e contenuto (le storie) sia voluto dalla casa editrice. Mi domando se anche gli altri libri, che ho guardato con sospetto e scetticismo, siano portatori di questo contrasto, e se valga la pena dare loro una possibilità, provare a leggerli, andando oltre il mio pregiudizio conservatore verso le copertine non austere.
Nel frattempo, possiamo convenire tutti che “Madama Matrioska” è un bel libro che merita di essere letto.
Una chicca prima di lasciarvi: il direttore editoriale di Accento è Matteo B. Bianchi, scrittore, e autore di “Copertina”, il mio podcast di consigli letterari preferito, prodotto da storielibere.fm. “Copertina” è un podcast sobrio e accurato: dà voce ai gusti variegati dell’autore, propone interviste interessanti ai rappresentanti dell’editoria e, probabilmente, è tra i pochi prodotti di qualità del catologo di storielibere.fm. Da provare!
Alla prossima puntata di “Jerome”!